l giacimenti di rame, la cui scoperta viene attribuita dalla tradizione popolare ad un contadino della zona, vennero esplorati per la prima volta intorno al 1700. Già nei primi anni del ‘700 il Conte Perrone, in società con l’avvocato Jean-François Ferrod, diede il via ai lavori di sfruttamento, costruendo alcune fabbriche a Valpelline ed acquistando i terreni e i boschi per lo sfruttamento del legname.
Dal 1700 la miniera subì alterne vicende e passò di mano in mano: dal Ferrod alle famiglie Ansermin e Gachet, da Constantin Rosset di Ollomont ai fratelli Argentier, che costruirono un sistema meccanizzato per liberare i sotterranei dall’acqua.
I risultati erano promettenti e portarono ad un discreto profitto: tra la seconda metà del ‘700 e l’età napoleonica la miniera contava più di duecento occupati.
La descrizione di Nicolis de Robilant
Una descrizione dettagliata delle prime tecniche di lavorazione la si può trovare nelle relazioni dell’ispettore generale Esprit-Benoît Nicolis de Robilant, che descrive l’attività nella seconda metà del ‘700. Una prima cernita del materiale avveniva in prossimità delle miniere. Il materiale estratto veniva fatto calcinare sopra uno strato di legna nei pressi del complesso di Les Rey ad Ollomont, in seguito caricato a dorso di mulo e inviato alle fonderie di Valpelline composte allora da due «fornaci elevate», alimentate da alcune trombe idroeoliche, collocate a monte dell’abitato.
Questo è un sito demo e il template di questa pagina non è ancora disponibile.
Controlla se è disponibile il layout su Figma, il template HTML tra le risorse del modello o consulta il documento di architettura (OSD 65kb) per costruire il template in autonomia.
Pagina aggiornata il 19/03/2024