Nei pressi del villaggio di Les Rey si trova il cuore del complesso minerario di Ollomont.
Già nei primi anni del ‘700 il conte Perrone, in società con l’avvocato Jean-François Ferrod, dà il via ai lavori di sfruttamento dei giacimenti. La fase di massimo rendimento si ha tra la seconda metà del ‘700 e l’età napoleonica a cui seguono fasi di riduzione dell’attività.
Un tentativo di ripresa viene da parte della Società Anonima Minières et Fonderies de Valpelline, ma non ha esito positivo. Nel 1929 viene ceduta alla Società Anonima Nazionale Cogne che riprende i lavori e la miniera continua ad essere sfruttata per tutto il periodo del conflitto per sopperire alle esigenze belliche. La miniera viene definitivamente chiusa nel 1945 e la società rinuncia definitivamente alla concessione mineraria nel 1952.
Nel dopoguerra la Società Nazionale Cogne trasforma una parte degli edifici del villaggio minerario in colonia estiva per ragazzi. Il complesso edilizio in frazione Morion, adibito ad alloggi per il personale amministrativo e tecnico diventa anch’esso un edificio di carattere turistico conosciuto come “Casa Alpina” dei Padri Barnabiti.
Il Villaggio
I fabbricati del villaggio minerario di Les Rey, realizzati nella seconda metà dell’800, nascono per ospitare diverse funzioni: i laboratori per le manutenzioni, la forgia, gli alloggi per i minatori. Si tratta di edifici in linea di due piani fuori terra che terminano con delle testate a padiglione e che, dal punto di vista architettonico, riprendono le fattezze di quelli progettati dal De Robilant alla fine del ‘700.
Nel corso dell’800, si rende necessario il rafforzamento delle lavorazioni immediatamente successive all’estrazione, e dunque vengono ampliati e potenziati gli impianti presenti in loco con la realizzazione, nel 1809, di un «bocard» per il pestaggio del materiale e di una laveria.
Negli anni ‘30 del 1900, grazie alla Società Anonima Nazionale Cogne, si realizzano ulteriori alloggi per gli operai e il personale amministrativo e tecnico, uffici, magazzini, il dopo- lavoro, il fienile e la stalla, la centrale idroelettrica, il locale compressori, la segheria elettrica, alcune polveriere dislocate in posizione decentrata per ragioni di sicurezza e delle caserme per il personale addetto alla sicurezza.
La galleria di Sant’Anna
Nei primi del ‘900 per facilitare la movimentazione del minerale estratto vengono aperte nella sezione Saint-Jean alcune nuove gallerie di carreggio ad una quota più bassa dei primi scavi – che si trovano circa a 120 metri a monte di Les Rey – come la galleria Saint-Jean e la galleria Sant’Anna a 1.360 metri, al livello del torrente nei pressi del piazzale degli opifici di Les Rey.
Da questo livello vengono scavati inoltre tre pozzi, chiamati Saint-Jean, Challant e Arolla, che seguono la pendenza dei filoni di coltivazione e scendono per circa 150 metri e vengono utilizzati per attività di servizio come la movimentazione del materiale estratto, dei minatori e la rimozione delle acque che allagano buona parte delle gallerie fino alla quota del torrente.
In corrispondenza degli ultimi due vengono anche installate delle turbine idrauliche azionate da un canale di derivazione delle acque del torrente, per garantire il funzionamento delle pompe.
Delle passerelle in legno consentono il superamento del torrente e il trasporto con i carrelli direttamente negli stabilimenti prospicienti.